Il mobile come opera d'arte


Evento attesissimo. Inseguito da tutti. Da ogni parte del mondo, riuniti in un’unica città: Milano. Tutti nel nome del design e della creatività. Tutti per confrontarsi in un luogo di elaborazione d’idee, fabbrica di sperimentazione, portatrice di innovazione e vetrina di novità. E’ l’effetto Salone del Mobile, arrivato alla sua 31esima edizione internazionale (48 esima per quella nazionale) tenutasi alla Fiera Milano Rho. In concomitanza si è svolto anche quello relativo al Complemento d’arredo ed Euroluce, il Salone internazionale dedicato all'illuminazione. Prima che alle parole o alle immagini, spazio ai numeri: 2.723 espositori, di cui 911 esteri, per una superficie espositiva di 202.350 metri quadrati. Non male come inizio! In pieno periodo di crisi, la risposta vincente proviene dal design: camere da letto, letti singoli, armadi, sale da pranzo, tinelli e soggiorni, mobili da ingresso, mobili per bambini e ragazzi, mobili singoli, tavoli e sedie, mobili in giunco, midollino e rettan, mobili da giardino, imbottiti. Elementi complementari, oggettistica, elementi di decoro, tessili: c’è proprio di tutto! Alle spalle purtroppo però la chiusura di un anno molto difficile, il 2008, che dopo un buon primo semestre, ha avuto indicatori tutti in negativo. C’è stata una diminuzione del fatturato più pesante del previsto (–5,6%), ma con i suoi 38 miliardi di euro, il legno-arredamento rimane comunque uno dei settori più importanti dell’economia italiana. Si tratta infatti del secondo settore dell’industria manifatturiera Made in Italy per numero di imprese attive e il sesto in termini di occupati. “Nella crisi economica che stiamo attraversando – ha dichiarato Rosario Messina, presidente di Federlegno- Arredo – possiamo rintracciare non solo la dimensione della sfida e del pericolo, ma anche un motivo di ottimismo e certamente di un’opportunità. L’ottimismo è legato al fatto che questa è una crisi che importiamo, molto diversa quindi da quelle del passato che erano tutte legate a un gap di competitività del nostro sistema paese e in parte del nostro sistema imprenditoriale. Ora siamo più forti, abbiamo avuto il tempo di assorbire lo shock competitivo generato dall’adozione dell’euro e da tassi di cambio certamente non favorevoli alle esportazioni italiane. Abbiamo preso le misure con un mercato sempre più globale e con le difficoltà di una vera internazionalizzazione. Molto c’è ancora da fare, ma le imprese hanno risposto bene”. E questo ovviamente è ciò che conta maggiormente. “E’ evidente - ha aggiunto Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit - che sia in atto un ripensamento dell’economia internazionale, delle regole economiche, del ruolo dei Governi e delle Istituzioni che sovrintendono i commerci internazionali. Torneremo inevitabilmente ad un rapporto più concreto e corretto con l’economia reale. Siamo tra i pochi Paesi avanzati al mondo ad avere industrie manifatturiere di eccellenza, mentre altri puntavano solo a diventare poli di commercio e smistamento. Non è un caso se la sopravvivenza dell’americana Chrysler dipenda da un accordo con un’impresa italiana. Sul caso dei consumi interni – ha concluso Guglielmi – hanno pesato due elementi. Da un lato il calo della fiducia delle famiglie che penalizza soprattutto i beni di consumo durevoli e tra questi certamente anche l’arredamento, dall’altro il calo delle compravendite immobiliari e del mercato degli affitti, prima ancora che dell’edilizia, ha comportato un forte ridimensionamento della domanda”. E per lasciare gli aspetti negativi di questo momento, passiamo ad un argomento molto in auge legato al Salone Internazionale del Mobile: il Fuori Salone! Ambitissime le zone in cui si svolge: da via Tortona a Moscova, passando per Brera sino ai Navigli. Luoghi dove mondo della moda e del design si fondono insieme per creare un’occasione di ritrovo davvero inusuale. Alcune vere e proprie “ciofeche” organizzate solo per occupare qualche trafiletto sui quotidiani, altre invece location imperdibili per il divertimento. Milano durante questo tipo di eventi cambia totalmente. Ancora più cosmopolita, ancora più viva e soprattutto libera. Libera dagli orari, libera dalle convenzioni e dalle costrizioni. Nell’aria si respira proprio una sensazione di positività e di ottimismo, diventa quasi un modo per avvicinarsi ad un qualcosa, il design, che spesso viene osservato da lontano magari ingenuamente, o con qualche pregiudizio e forse solo per ignoranza. Ecco perché c’è tanta curiosità e molta attrazione nei confronti di questo settore. Ma chi dice che è un argomento d’elite riservato a designer, addetti ai lavori e gente del settore? Scusate ma il prodotto non viene forse acquistato alla fine dei giochi dal consumatore finale? E allora chi meglio di noi dovrebbe aver voce in capitolo? Il pubblico è il miglior intenditore che possa esistere. In conclusione: lo sapete il grande cambiamento che sta per avvenire nel campo dell’illuminazione? A partire da settembre prossimo la classica lampadina che noi tutti usiamo da anni scomparirà, per fare posto a una di nuovo tipo e noi tutti dovremmo adeguarci. Via le lampadine a incandescenza e smerigliate, arriveranno le fluorescenti (fino all’80% di risparmio energetico) e le alogene di nuova generazione (fino al 50%). (Erica Trincanato)
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