Pierre Cardin: “La mia torre luminosa per Venezia”

“Sarà il nuovo faro per Venezia, un faro concettuale che non disturberà Venezia e che rappresen terà il primo grande passo per la nuova Marghera, oggi inguardabile da chi la vede dal centro storico lagunare”. Pierre Cardin, 90 anni, è sbarcato in Laguna in compagnia dell’inseparabile nipote Rodrigo Basilicati per mostrare a tutti il “suo regalo per Venezia”, la “torre della luce” così ribatezzata, che cambierà lo skyline veneziano. Il Palais Lumiere, grattacielo da 255 metri, sorgerà a Marghera, di fronte alla stazione dei treni di Mestre, per un investimento da 3 miliardi di euro. Il progetto dello stilista trevigiano ha ricevuto il via libera delle istituzioni locali (Comune, Provincia e Regione), i compli- menti del ministro all’Ambiente Corrado Clini e la benedizione di Confindustria, che vede nell’in- vestimento miliardario posti di lavoro e prestigio internazionale. Contrari solo gli ambientalisti veneziani. Il progetto ha ricevuto di recente il via libera dell’Enac, che ha valuto la vicinanza con l’aeroporto Marco Polo di Tessera (Venezia). Monsieur Cardin, il suo è un grosso investimento, ma non la preoccupa la lentezza della burocrazia italiana? Non sono preoccupato. Se Venezia mi farà difficoltà non realizzerò il Palais Lumiere: sono andato via dall’Italia a 2 anni e da sempre ho avuto il desiderio di tornare a Venezia. Me l’hanno chiesta Cina e Rio de Janeiro, ma è sul suolo di Marghera che nascerà; un suolo tutto da bonificare con grandi costi e molto lavoro. Lo faccio per soddisfazione personale, non certo per investimento, perché non potrò contare i soldi nella tomba. L’opera servirà a rischiarare i 50 anni di ombra di Marghera. E rappresenta la realizzazione più importante della mia vita. Alcuni architetti veneti hanno però criticato lo stile del nuovo grattacielo. Soggettivamente il Palais Lumiere può piacere o non piacere, è una scelta personale, ma si deve capi- re che questo sarà un simbolo del futuro, perché il futuro prima o poi arriva. Cosa l’ha spinta ad investire a Marghera? E’ l’inizio di un nuovo Rinascimento del Veneto e dell’Italia. Sarà l’esempio di come sia possi- bile la riconversione di Marghera attraverso energie rinnovabili. Il suo nuovo porto ospiterà le gran- di navi che oggi soffocano Vene- zia e i suoi parcheggi alleggeriranno la morsa del traffico sul centro storico. Inoltre sarà un’opera eco- logica, con pale eoliche e pannelli solari nascosti. Un investimento importante nel settore immobiliare, nonostante la crisi. Il mio nome é una garanzia in tutto il mondo e chi lo conosce sa che quest’opera non è un capriccio senile. Sarà destinata ai ricchi, nel mondo di ricchi ce ne sono milioni e allora li faremo spendere da noi. Ho già ricevuto richieste, anche di Vip, per acquistare spazi nella Torre ma sono discreto e non faccio nomi, non mi piace. Non voglio vendere la pelle dell’orso prima di averlo cacciato. A chi si appoggerà per la realizzazione dell’opera? Voglio creare lavoro in Veneto. Utilizzeremo solo imprese e mano d’opera venete, in totale verranno impiegati oltre 10mila lavoratori, tra operatori diretti e indiretti: dallo studio Artieri di Vicenza ai grandi maestri muranesi. Entro quando intendete inaugurare l’opera? Il Palais Lumiere deve essere pronto per il 2015, l’anno dell’Expo di Milano. (Nicola Brillo)
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