BAIARDO A CAPO DELLA NUOVA ACRIB

I conti del distretto del 2006 e "l’inconorazione" del nuovo presidente, sono stati i principali ingredienti dell’assemblea annuale dell’Acrib, la maggiore realtà calzaturiera italiana per la produzione di calzature di fascia lusso e fine, vero e proprio simbolo del “Made in Italy”. Dopo sette anni di presidenza targata Franco Ballin, alla poltrona più importante è stato nominato Giuseppe Baiardo, 54 anni, piemontese di Alessandria, ma rivierasco d’adozione. In Veneto è arrivato venti anni fa, da 17 fa l’imprenditore con la sua Iris di Fiesso d’Artico (Venezia), che conta 240 dipendenti. Controllata dal gruppo fiorentino Gibò a sua volta del gruppo del colosso giapponese Oward Kashiata (2,4 miliardi di fatturato), la sua società nel 2006 ha chiuso con un fatturato da 40 milioni di euro, 50 quelli previsti nel quest’anno. Ha le idee chiare: «Noi vogliamo continuare a mantenere alta la bandiera del Made in Italy e vogliamo continuare a produrre le nostre calzature nel nostro Paese – ha assicurato Giuseppe Baiardo, alla prima uscita ufficiale in veste di presidente dell’Associazione del Calzaturieri del Brenta - Per far questo l’unica strada che abbiamo è aprire nuove aziende nel Mezzogiorno, dove esiste manodopera qualificata e c’è il grande vantaggio di poter parlare la nostra lingua». Il problema principale per l’industria calzaturiera della Riviera, non viene dalla Cina, ma dalla mancanza di operai specializzati. «In Riviera del Brenta non c’è più disoccupazione, non riusciamo più ad assumere e cominciamo a contenderci gli operai a suon di rilanci e bonus – ha proseguito Baiardo - in più abbiamo gli stessi dipendenti di sette anni fa, 13mila, ma con 2500 extracomunitari. La situazione mi sembra che sia arrivata al punto di rottura, non abbiamo più spazio per assumere e non possiamo perdere tempo a insegnare una lingua e un lavoro agli stranieri». L’Acrib, l’associazione dei calzaturieri del Brenta, ha 746 associati (529 in Provincia di Venezia, 217 Padova) che in totale nel 2006 hanno realizzato un fatturato di 1,75 miliardi di euro, pari a 21,7 milioni di paia di scarpe. Costante la quota di produzione che prende la via dell’estero: l’89%. L’Associazione rappresenta i calzaturifici delle province di Venezia, Padova, Rovigo e Vicenza che con le aziende dell’indotto sono circa 1.500 con quasi 19.000 addetti. E il 2007 riserva positive sorprese: «Ci avviamo a chiudere il miglior anno da cinque lustri a questa parte, nel primo semestre i fatturati delle nostre aziende sono saliti del 30% - ha annunciato Giampiero Menegazzo, direttore Acrib - La nostra scuola di formazione servirà a educare i giovani e a mantenere alto il livello delle nostre produzioni. Ma in ogni caso continueremo la battaglia per il marchio made in Italy e una chiara informazione ai consumatori sulla provenienza dei prodotti che indossano. Usa e Cina lo fanno, perché l’Europa no? A Bruxelles ci stiamo facendo sentire anche se alcuni Paesi e grandi industrie cercano di frenare la nostra azione. L’altra nostra battaglia è quella più reciprocità e meno dazi: a noi interessano mercati più liberi non barriere inutili». Per continuare a primeggiare una soluzione al problema la dà l’ex presidente Anci, Luigino Rossi: «Quello che conta per noi è la qualità, realizziamo prodotti di lusso, esclusivi, di alta gamma - sottolinea Luigino Rossi alleato col gruppo Vuitton dal 2003 - All’estero potremo spostare solo le prime lavorazioni». Nel 2000 a capo dell’Acrib era arrivato Franco Ballin, oggi è il giorno del congedo, con qualche soddisfazione. “Quando sette anni fa mi venne chiesto di assumere la presidenza di Acrib, il settore calzaturiero italiano (e anche della Riviera del Brenta) era nel pieno di una crisi dagli esiti imprevedibili – ha dichiarato il presidente uscente - Il mercato stava cambiando, specie in Europa, con la riduzione drastica del potere d’acquisto. Più di qualcuno, mi aveva sconsigliato di assumere l’incarico perché rischiavo di diventare il presidente che avrebbe dovuto gestire la fine del nostro distretto”. Dopo sette anni la storia è andata diversamente: la scelta vincente fu “il riposizionamento del distretto sul segmento lusso e la delocalizzazione, con un grande progetto di formazione professionale”. Sul politecnico di Capriccio di Vigonza (Padova), fiore all’occhiello dell’Acrib, il neo presidente crede molto, venendo anche lui da una scuola di modellisti. «Vogliamo svilupparlo al massimo, farlo diventare un punto di riferimento per tutto il Veneto – ha spiegato Baiardo - come in futuro vorremmo fare della nostra associazione il faro per tutto il calzaturiero del Veneto». E’ la questione relativa ai distretti di Montebelluna e Verona. «Rovigo è già con noi, speriamo ora che arrivino anche gli altri», ribatte pronto Baiardo alla domanda del sociologo Enrico Finzi, moderatore del convegno. Al termine dell’assemblea l’Acrib ha premiato tre imprenditori: Guerrino Carraro, Giancarlo Rampin e Giovanni Luigi Voltan. All’incontro hanno preso parte anche l’economista Giacomo Vaciago, Vito Artioli (presidente Anci), Pierluigi Bolla (presidente Informest) e Fabio Gava (assessore alle Politiche Economiche della Regione Veneto).
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