Presentato libro "50 anni di ACRiB"

Su iniziativa della Edizioni Business Shoes, lo scorso dicembre è stato presentato presso la Barchessa Barba- rigo di Fiesso d’Artico, il libro in edizione bilingue italiano/inglese “Cinquant’anni di Presidenza ACRiB: Una storia di uomini”. Presenti alla serata gran parte dei Presidenti che si sono succeduti nel mezzo secolo di vita dell’Associazione. Per quelli non più tra noi, Rolando Melato e Amleto Donadelli, erano presenti i figli. Al tavolo dei relatori si sono avvicendati nei saluti l’attuale Presidente ACRiB Siro Badon; Luigino Rossi – Presidente onorario ACRiB e ANCI; Luigi Brugnaro – Presidente Confindustria Venezia; Chiara Rossetto – componente di Giunta di Con- findustria Padova; Francesca Bellò – Presidente Giovani ACRiB; Diego Mazzetto – autore del libro e Guglie- mo Frezza, direttore del settimanale diocesano“la Difesa del Popolo” nel ruolo di moderatore. Tra il nume- roso pubblico era presente Federico Lovato per la Edizioni Business Shoes, i rappresentanti degli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione del libro e Chiara Azzena Girello, Presidente dell’Associazione “Team For Children” impegnata nella rac- colta fondi del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale di Padova a cui è destinato parte del ricavato del volume. Luigino Rossi, fondatore e primo segretario dell’ACRiB nel suo intervento ha avuto parole di elogio nei confronti del libro “che raccon- ta storie di impegno e servizio nei confronti dell’Associazione”. Il ricordo di Rossi ha lasciato poi spazio a considerazioni sull’importanza che l’ACRiB ha rivestito nel corso dei cinquant’anni di storia. “Come molti amici e colleghi artigiani – ha sottolineato il Presidente onorario ACRiB – ho avuto la fortuna di en trare giovanissimo nella bottega arti- giana di mio padre Narciso. Durante la seconda guerra e specialmente nel dopoguerra, con tanti sacrifici, molti imprenditori come mio padre hanno costruito le basi per un forte rilancio di tutto il sistema calzaturiero della zona. Questa realtà si sarebbe esaurita da sola se all’inizio degli anni ’60, grazie ad un gruppo di piccoli e medi industriali, non si fosse costituita l’Associazione Calzaturifici Riviera del Brenta. Fu questa l’operazione che ci permette ancora oggi di svolgere un ruolo molto importante nel panorama confindustriale italiano, con la Regione Veneto e varie istituzioni economiche provinciali, ricordando come colonna portante il nostro attuale Politecnico Calzaturiero nato nel 1926 come scuola di arti e mestieri, prima del suo genere in Italia e secondo solo a quello di Londra. Ecco perché è giusto ricordare i fondatori dell’ACRiB, soprattutto at- traverso i Presidenti che si sono succeduti, colleghi e amici che si sono sacrificati molto più di altri, assumendosi un incarico sicuramente di grande prestigio, ma indubbiamente molto oneroso per le loro famiglie e aziende”. Entrando specificatamente nei contenuti del libro (che ha, tra le prefazioni anche quella del Presidente ANCI Cleto Sagripanti), si ha l’opportunità di rivivere i tempi legati a un mondo imprenditoriale affascinante nei suoi molteplici aspetti, che spaziano da quelli pionieristici dei primi protagonisti fino ad arrivare alla globalizzazione di oggi con le sue straordinarie opportunità da un lato e le grandi difficoltà legate alla crisi economica dall’altro. Rolando Melato, il primo Presidente, attraverso la sua storia ha lasciato un’eredità di entusiasmo per la vita e il lavoro davvero straordinari. “Sono nato povero l’11 settembre 1920 in uno sperduto casolare di campagna costruito con pietre di argilla cotte al sole e coperto da un tetto di paglia senza luce ed acqua potabile” – egli scrisse nelle sue Memorie per iniziare il racconto della propria vicenda umana ed imprenditoriale. Intraprendenza, spirito combattivo e voglia di fare portarono Melato a diventare protagonista della sua fortuna giungendo ad occupare 250 operai nella sua fabbrica (450 con l’indotto). Protagonista di storie incredibili, Rolando Melato fu davvero un pioniere nel mondo calzaturiero del dopoguerra: mondo con il quale si misurò con impegno e con spirito ironico giungendo a straordinari successi. Quando qualcuno gli chiedeva come avesse fatto – così coinvolto da tanti impegni ad assimilare correttamente la lingua tedesca – egli rispondeva: “Semplice, mi sono imposto di imparare dieci vocaboli nuovi tutte le mattine mentre mi facevo la barba!” Anche la storia di Amleto Donadelli, il secondo Presidente, offre tratti di indiscutibile fascino, prima di tutto per la sua permanenza in carica ai vertici dell’Associazione durata ben diciotto anni. “Diplomatosi ragioniere studiando di notte – racconta con affetto la figlia Graziella – la sua vita è stata contraddistinta dalla continua ricerca di traguardi sempre diversi e stimolanti”. p L’esperienza di Donadelli come è prenditore e presidente ACRiB fu indubbiamente tra le più contrastate e difficili, anche per il momento i storico e sociale che caratterizzò gli anni Sessanta del Novecento. Alla s caparbietà di Amleto Donadelli va e innegabilmente riconosciuto il merito di aver traghettato, “in un mare in r tempesta”, la produzione calzaturiera p della Riviera del Brenta dalla fase primordiale con lavoratori “a banchetto” sull’aia di casa a un livello così g alto, con fabbriche moderne e tecni logicamente avanzate, da competere v con successo in tutto il mondo. la Dopo Donadelli alla guida dell’ACRiB fu chiamato un altro imprenditore destinato a raggiungere le più alte vette del successo calzaturiero p italiano ed europeo: Luigino Rossi. Anche per lui tanta gavetta nella piccola azienda di famiglia gestita da papà Narciso ma anche luogo che gli è servito per gettare le basi per le successive affermazioni mondiali producendo su licenza calzature per le più o importanti firme del pianeta. “Tutto ciò senza mai dimenticare la sottolineare Rossi – le mie origini, a e spesso penso i difficili inizi come quando, poco più che bambino, mi recavo con il motorino al mattino a presto al mercato di Adria pieno di pacchi contenenti le scarpe da affidare ai commercianti, sempre attanagliato dal timore e dalla speranza di incassare qualcosa da portare a casa, e visto che dovevo aspettare la fine della giornata per sapere se la merce era stata venduta”. “Già all’età di tredici anni – egli racconta – grazie all’insegnamento di alcuni bravi maestri conosciuti presso le aziende della zona, cominciai a disegnare modelli che proponevo ai calzaturifici presentandoli con il marchio ‘Giusy’ da me stesso ideato. A 17 anni presi la decisione di iniziare un’attività in proprio come modellista e cominciai a lavorare fin da subito con clienti italiani ed europei. E la strada da quel momento fu sempre in salita con grandi soddisfa- zioni, sia sul campo imprenditoriale che in quello associativo”. Al termine del mandato di Giuseppe Menin, nel 1992 toccò ad Angelo Gobbo assumere l’incarico alla presi- denza dell’ACRiB. Persona di grande modestia e di innata cultura, Angelo Gobbo ha sempre amato definirsi “il Presidente di periferia”, perché nato in un piccolo paese al di fuori della Riviera del Brenta. Nel capitolo del libro che lo riguarda, Gobbo emer- ge con la sua personalità poco incli- ne alle luci della ribalta, ma decisa e ferma nel momento di difendere gli interessi degli associati. Tra i fondatori dell’ACRiB, è significativa anche la figura di Giorgio Ballin, che assunse la presidenza dal 1996 al 2000. Anche per lui i tem- pi d’inizio carriera furono davvero duri. “All’età di poco più di dieci anni – egli racconta - fui mandato a fare il garzone di scarpe ‘a banchet- to’, come era consuetudine allora. Il mestiere mi piaceva, e mi affascinava soprattutto il risultato finale, cioè vedere uscire dalle mani una scarpa attraverso pochi e poveri materiali. Fu così che imparai tutte le fasi di lavorazione. Ma quando diventai più grande, per riuscire ad ottenere l’e- sonero durante la guerra dovetti interrompere l’attività e fare il tirante di barche lungo il Brenta: un lavoro estremamente pesante che necessitava di un enorme dispendio di energie fisiche”. Terminata la guerra, ripresi in mano il lavoro calzaturiero e oggi ho la soddisfazione che a portare avanti con successo l’attività da me creata siano i miei figli”. Dopo Giorgio Ballin fu il turno, dal 2000 al 2007, di Franco Ballin ai vertici dell’ACRiB. Anche per lui un inizio contrassegnato dalla gavetta. “Terminate le scuole dell’obbligo ho cominciato giovanissimo a lavorare a fianco di mio cognato nel suo calza- turificio come aiuto modellista. Nel frattempo studiavo presso la scuola modellisti di Stra, oggi politecnico Calzaturiero. Ricordo con nostalgia quegli anni pionieristici, in cui si caricava il campionario in macchina La coperti- na del libro con destinazione Germania per visi- tare i clienti e partecipare alla GDS nella lontana Düsseldorf. Magari senza conoscere la lingua. A questo proposito ricordo che la prima frase che ho imparato in tedesco è stata ‘viel zu teuer!”, ovvero ‘troppo caro’, frase con la quale i clienti tedeschi replicavano quando si comunicava loro il prezzo di un articolo”. Piemontese di nascita, ma veneto “d’adozione”, Giuseppe Baiardo nell’ambito dell’ACRiB è stato il Presidente che ha dovuto affrontare il momento di profonda crisi eco- nomica verificatosi nel 2008: una battuta d’arresto tanto improvvisa quanto dai risvolti imprevedibili. Dopo gli entusiasmi del 2007 che avevano fatto esultare le aziende della Riviera con numeri da primato (sfiorati i due miliardi di fatturato con 21,8 milioni di paia di calzature vendute delle quali il 90% destinate al mercato dell’export), l’anno successivo il panorama economico era completamente cambiato in negativo e Giuseppe Baiardo, nel corso di un’assemblea straordinaria, esortava gli imprenditori calzaturieri a non perdersi d’animo affrontando l’argomento con un’analisi molto realistica dove invitava i colleghi a reagire inve- stendo il più possibile in ricerca e innovazione, con strategie commerciali in grado di portare all’allargamento delle fasce di mercato di proprio interesse”. E questi suggerimenti sono stati raccolti anche da Siro Badon, l’attuale Presidente dell’Associazione Calzaturifici della Riviera del Brenta, che nel corso dell’assemblea annuale del 2011 ricordava. “La crisi del 2008, di cui avvertiamo ancora le conseguenze economiche, e le difficoltà che viviamo e che avre- mo davanti ancora per qualche tempo, non saremo in grado di superarle da sole o assieme alle organizzazioni sindacali come è avvenuto nel recente passato, ma ci sarà bisogno di essere uniti nella condivisione degli obiettivi”. Così, con le storie dei nove Presiden- ti che hanno portato avanti mezzo secolo di impegno per l’ACRiB, si chiude un periodo storico per aprirne uno di nuovo. E l’augurio che la rivista Business Shoes vuole fare all’Associazione Calzaturifici Riviera del Brenta, dopo aver dato alle stampe questo volume in onore dei Presidenti, è quello di proseguire con successo sulla strada segnata dai pionieri della calzatura i quali, credendo fortemente nel proprio lavoro, sono partiti con pochi e poveri mezzi per raggiungere lo straordinario risultato di porre le basi del moderno distretto calzaturiero dove si realizzano le più belle scarpe del mondo.
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