In un libro le vicende storiche di villa Grimani


Sabato 18 aprile, presso l’auditorium delle scuole medie di Noventa Padovana, è stato presentato il libro “Villa Grimani Valmarana, Storia, arte educazione”, edito sotto gli auspici della Fondazione Elena Vendramin Calergi che ha sede nella prestigiosa villa e che, quest’anno, festeggia i cento anni della sua esistenza. La Fondazione ha origine dal lascito a scopo benefico della contessa veneziana Elena Vendramin Calergi, regolarizzato nel 1907. A partire dal 1909, l’istituzione si è distinta, rispettando le volontà della testatrice, nell’accoglimento di una notevole quantità di persone audiolese (seguite dalle suore Canossiane di Venezia), diventando nel tempo un importante punto di riferimento a carattere nazionale. Oltre alle testimonianze di ex allievi, il libro pubblicato dalla Panda Edizioni documenta un interessante profilo storico dell’edificio che, per la sua importanza storico- artistica, merita senza dubbio di essere conosciuto e valorizzato. Autori di primo piano hanno curato i contributi: Gianluigi Peretti nella narrazione del soggiorno dell’Imperatrice Isabella d’Inghilterra; Donato Gallo le evoluzioni storiche; Raffaella Cabbia Fiorin la parte artistica; Giancarlo Perdon il progetto di restauro; Annachiara Vendramin per il giardino e Luigi Perini per l’aspetto riguardante la Pia Fondazione Elena Vendramin Calergi. Chiaramente, è impossibile in poche righe dare il risalto che merita una costruzione come quella di Noventa che conta secoli di storia ma, accennando ad alcuni contributi presenti nel libro, cercheremo di soddisfare almeno in parte la curiosità nei nostri lettori. La villa Grimani Valmarana è tutto un susseguirsi di sorprese storiche, a partire dalle fondamenta che - come hanno ben sottolineato Gianluigi Peretti e Donato Gallo - celano misteri che ci riportano in spazi temporali lontani e affascinanti. Da castello di difesa contro le scorribande dell’epoca, a dimora per un periodo di Isabella d’Inghilterra, moglie di Federico II di Svevia, a residenza di campagna della nobiltà veneziana. E il fasto e la ricchezza dei tempi della Serenissima, si colgono all’interno della villa dove le stanze si trasformano in un trionfo per la storia dell’arte grazie agli splendidi affreschi che si conservano nelle pareti. “L’ampio salone centrale ed alcune stanze laterali – scrive nel suo esauriente saggio Raffaella Cabbia Fiorin - contengono un vasto ciclo decorativo ad affresco dovuto al pittore veneziano Andrea Urbani (1711-1798), autentico specialista nella decorazione parietale. Il salone mostra la decorazione di tono più solenne, ancora barocca nell’impostazione, con raffigurazioni di virtù a finto rilievo nelle sovrapporte, marmi dipinti e prospettive di loggiato con colonne di ordine ionico vicine nello stile al celebre quadraturista Girolamo Mengozzi Colonna. Ampi cieli con paesaggi, ville e palazzi. E poi decorazioni a cineserie con personaggi orientali, pareti con simulazioni di quadri appesi, decorazioni a monocromo ad imitazioni di stucchi e bassorilievi”. Un vero trionfo di colori, dunque, quello che si presenta ai visitatori. Un trionfo che attenua almeno in parte la tristezza della sala a sud-est del salone centrale, detta della Concordia o della Fama, dove si notano nove cornici a stucco di cui otto desolatamente vuote. Qui, si conservavano tre capolavori giovanili di Giambattista Tiepolo purtroppo venduti nei primi anni del secolo scorso all’antiquario veneziano Barozzi con l’autorizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione. Oggi la villa (visibile al pubblico su prenotazione), grazie all’opera della Fondazione si distingue per la presenza di una sperimentazione di bilinguismo Italiano-LIS (lingua italiana dei segni), una scuola di formazione per medici chirurghi che si dedicano agli impianti cocleari, il Centro Medico di Foniatria Croatto e altre rilevanti attività che la rendono un centro vivo e importante per il paese di Noventa Padovana. E non solo. (Diego Mazzetto)
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