Acrib 2007 l'anno record

Il 2007 passer� alla storia come l�anno dei record per l�Acrib. �Negli ultimi 25 anni non si ricorda un risultato cos� positivo per il nostro distretto � ha spiegato sorridente il presidente dell�Associazione Calzaturifici Riviera del Brenta, Giuseppe Baiardo - Abbiamo sfiorato i 2 miliardi di fatturato. E possiamo dire di non avere concorrenti, a parte ovviamente i falsari e chi bara, nel segmento delle scarpe di lusso�. Lo scorso 10 luglio si � tenuta l�annuale assemblea dell�Acrib, che ha riunito al centro congressi dell�Hotel Sheraton di Padova, economisti internazionale, rappresentanti delle istituzioni, politici. E soprattutto i protagonisti del record: gli imprenditori del calzaturiero del lusso. Le 700 aziende del distretto brentano hanno realizzato performance da medaglia d�oro. L�occupazione � rimasta pressoch� stabile (12.354 addetti), in aumento invece la produzione di calzature (21,8 milioni di paia), cos� come il fatturato che ha sfiorato i 2 miliardi di euro (1,93 miliardi), con una quota export del 90%. Ma ci� che pi� conta � che le stime per il 2008 sono in linea con l�anno passato (e con la cassa integrazione ridotta del 50%): �Pur con i problemi economici internazionali contiamo di bissare il 2007, prevediamo una sostanziale tenuta del settore�. Numeri record che arrivano da lontano. �Questi dati sono il frutto di un lavoro impostato a met� degli anni Novanta assieme ai sindacati - ha proseguito Baiardo - Allora, di fronte alla scelta tra il prezzo basso con l�obbligo di delocalizzare e la qualit� con l�esigenza di riposizionarci sul mercato, scegliemmo la seconda opzione. Il risultato: oggi la Riviera del Brenta � conosciuta al mondo quale il distretto della produzione di lusso rigorosamente made in Italy�. Scelta che ha costretto anche le firme pi� importanti a sbarcare direttamente in Riviera (dopo Vuitton e Dior, sta arrivando anche Ysl) a produrre. Anche se il prezzo della scarpa � circa 3 volte e mezzo quello medio italiano, non c�� concorrenza �e forse il nostro unico problema � quello della manodopera qualificata, che non � mai abbastanza�. E una delle motivazione del successo ha radici ancora pi� antiche. �Alla base di tutto e prima di ogni altra cosa - ha proseguito il numero uno dell�Acrib - c'� il fatto che, a differenza di altri distretti, noi da cent�anni abbiamo una scuola. Una scuola nostra, il Politecnico calzaturiero, che ha una media di 180 allievi e che ogni anno sforna una sessantina di neodiplomati preziosissimi per le imprese. Alla struttura accendono anche 1.500 dipendenti che mediamente ogni anno frequentano un corso di formazione: � evidente che dedichiamo molta attenzione alla professionalit� e ai sistemi per tramandarla�. �Grande importanza ha avuto per noi la competitivit� e la flessibilit�, difendendo con i denti la struttura della filiera, tipica del distretto tradizionale � ha proseguito Baiardo - Non abbiamo ceduto a tentazioni di delocalizzazione spinta, ma abbiamo mantenuto e coltivato in loco l�intera catena produttiva, dai disegnatori fino al montaggio della scarpa, passando per chi produce tacchi e chi cuce le tomaie. Questo ci consente qualit�, ma anche la flessibilit� necessaria per anticipare le richieste del mercato e restare sempre competitivi�. E il rapporto con le firme, come �? �Noi lavoriamo su licenza dei big della moda - ha risposto il numero uno dell�Acrib - ma non siamo terzisti, paghiamo royalties ma controlliamo direttamente la distribuzione e il mercato. Oggi siamo noi in posizione di forza perch� nessuno, tanto meno i cinesi, � in grado di fare una scarpa come la nostra, rigorosamente marchiata made in Italy. Non abbiamo praticamente concorrenti sul segmento�. Durante il dibattito, Baiardo ha rimarcato la posizione del distretto sul tema dell�etichettatura: �Siamo l�unica area commerciale al mondo nella quale i prodotti vengono venduti senza l�indicazione di dove siano stati realizzati: ci� non � pi� accettabile sia per rispetto verso noi produttori, ma anche verso i consumatori e, perch� no, anche verso i nostri stessi lavoratori�. E sulla questione dazi cinesi, i calzaturieri brentani vanno controcorrente rispetto la posizione dell�Anci nazionale: �I dazi antidumping per le calzature in arrivo da Cina e Vietnam, che scadranno il 7 ottobre prossimo, vanno tolti: sono un intervento da perdenti. So che fuori dalla Riviera non la pensano cos�, ma per noi, ripeto, sono mezzucci da perdenti�, ha concluso Baiardo. Meglio ottenere dall�Unione europea �l�obbligatoriet� dell�etichetta di origine per le importazioni extra-Ue. Riuscire, in buona sostanza, ad avere degli strumenti adeguati per tutelare il made in Italy�. Proprio in questi giorni gli analisti di Deutsche Bank, in un report, ha rivisto al ribasso le stime di crescita sul settore del lusso a livello globale. La societ� di rating tedesca ritiene che la domanda continuer� a scendere anche nel 2009 e stima una crescita organica del 6% (era del 7,7%) rispetto al 7,1% del 2008. Gli analisti hanno abbassato rating e target price di alcune societ�, tra cui Luxottica, Safilo, Hermes, Lvmh, Burberry, Benetton. Ma il rallentamento del settore lusso, registrata specialmente nei mercati che pagano in dollari, non preoccupa gli imprenditori in Riviera: �C�� lusso e lusso. La nostra � una nicchia non molto penalizzata dalla crisi, che indubbiamente esiste. Ma che si fa sentire per il mercato medio, mentre noi stiamo vendendo le cose pi� care. Chi pu� pagare un paio di scarpe 500 euro, le acquista anche a 600. In fondo, per lui non fa molta differenza�.
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