IN FIAMP ENTRANO UNIC E UNAC
		
		
	
	
		 
		
		Si accresce la compagine associativa di Fiamp, la Federazione Italiana dell’Accessorio Moda e Persona, con l’ingresso di Unic (Unione Nazionale Industria Conciaria) e Unac (Unione Nazionale Accessori e Componenti).
Il sistema produttivo che Fiamp rappresenta, può contare su circa 34 mila imprese e oltre 276 mila addetti e genera complessivamente un saldo commerciale di 10,6 miliardi di euro.
“Si tratta di un altro importante risultato della Federazione - commenta il presidente Fiamp, Rossano Soldini - perché aumenta in modo significativo la nostra capacità di rappresentanza e la nostra capacità di far valere le nostre ragioni nelle sedi istituzionali italiane e, soprattutto, europee. Ci apprestiamo infatti ad un’altra fase decisiva nella battaglia per l’approvazione di una legge che obblighi l’etichettatura di origine in tutti i mercati europei per le merci extra-UE. La presidenza del Consiglio Europeo al Portogallo, un paese vicino alle nostre posizioni, offre una chance in più per giungere ad un sì definitivo alla legge sul made-in”.
Sarà infatti uno dei prossimi impegni del presidente Soldini attivare contatti formali con i rappresentanti del Governo perché si possa fare pressione sulla presidenza portoghese, affinché porti a termine il percorso iniziato e si giunga ad una normativa che garantisca l’informazione corretta ai consumatori sull’origine delle merci. 
“Come presidente di Fiamp – aggiunge Rossano Soldini - sono stato invitato a partecipare al tavolo anticontraffazione che ha istituito l’Alto Commissario per la lotta alla contraffazione Giovanni Kessler con il quale stiamo avviando un’ottima collaborazione. Il Commissario è infatti consapevole che il sistema produttivo rappresentato da Fiamp è quello più esposto al pericolo contraffazione: a fronte di una media del 5/7% di merce contraffatta sul totale commerciato a livello mondiale, nei prodotti moda-persona si arriva ad una media del 25% con punte anche superiori.”
Al tema della contraffazione si lega in modo stretto anche quello dei controlli sanitari sui prodotti importati, controlli che il Ministero della Salute ha riavviato anche grazie al contributo di Fiamp e delle singole associazioni rispetto alle verifiche tecniche e agli esami di laboratorio. Il regolamento Reach (Registrazione, valutazione, autorizzazione delle sostanze chimiche) in vigore dal 1° giugno scorso infatti prevede anche un maggiore controllo rispetto all’utilizzo di sostanze chimiche (ben 30.000) nei singoli processi produttivi. Più che sulla produzione nazionale, diventano dunque fondamentali e prioritari i controlli in Dogana sui prodotti importati, con efficaci ed adeguate sanzioni che siano fortemente dissuasive e commisurate e che prevedano anche il sequestro dei prodotti finiti non in regola e un adeguata comunicazione di tali controlli destinata ai media e indirettamente ai consumatori.
“Una piena applicazione del regolamento Reach – conclude Rossano Soldini - tutelerà la salute dei cittadini e l’occupazione, in Italia e nella Ue, combattendo anche la concorrenza sleale di Paesi extraeuropei che non rispettano le più semplici norme sanitarie. Occorre però che vengano assicurate tutte le risorse, finanziarie ed umane, che questi controlli rendono necessarie; mi sembra che su questo punto si siamo ancora troppo in ritardo finendo per rendere inefficace la norma”.